Nella periferie di Roma nasce CONDOTTO48, un artist-run space di discussione e di confronto per conoscere e vivere delle possibilità.
A cura di Gloria Zeppilli
Intervista a Verdiana Bove, Caterina Sammartino, Francesca Romana Cicia ed Emanuele Fasciari, fondatori di CONDOTTO 48 a Roma.
Gloria Zeppilli: Qual è stata la vostra esperienza con l’accademia?
Condotto48: Proveniamo da percorsi accademici differenti: Verdiana Bove e Caterina Sammartino vengono dalla scuola di Pittura, Francesca Romana Cicia ed Emanuele Fasciani da quella di Decorazione, Luca di Terlizzi da quella di Scenografia, mentre il curatore Riccardo Paris ha una formazione in Storia dell’Arte. Tra alti e bassi possiamo dire che l’accademia ci ha dato la possibilità di incontrarci e di realizzare ciò che era un nostro desiderio, ovvero creare uno spazio in cui poter avere i nostri studi e collaborare.
GZ: Perché avete deciso di aprire uno spazio? E quali sono le vostre aspettative per il futuro?
C48: CONDOTTO48 è un artist-run space fondato nella periferia di Roma che nasce dalla necessità di spazio per creare, per mettersi in discussione, per confrontarsi, per crescere, per conoscere e vivere delle possibilità. Partendo da questi presupposti, CONDOTTO48 vuole interfacciarsi con identità differenti, pensando e realizzando dei progetti che permettano di collaborare con diversi artisti, cercando nel tempo di avvicinarci a più realtà sia in Italia che all’estero.
GZ: Perché avete scelto Condotto 48 come nome?
C48: CONDOTTO48 prende nome dal condotto di areazione giallo che percorre quasi tutto lo spazio e dal numero civico del nostro indirizzo
GZ: Come mai avete deciso di unirvi insieme? Siete un collettivo? Siete un gruppo? Avete una ricerca artistica comune? E nel caso quale?
C48: Siamo un gruppo di ragazzi, cinque artisti e un curatore, che si sono uniti per realizzare un sogno in comune. La volontà di unirci in questo percorso nasce dal desiderio di creare uno spazio in cui realizzare i nostri progetti, lavori ed ambizioni. In un periodo di piena pandemia e di limitazioni si è fatta sempre più forte la necessità di trovare un posto in cui poter fare e partendo da amicizie in comune, piano piano siamo entrati tutti in contatto, spinti dalla voglia di realizzare e concretizzare la stessa necessità. Non abbiamo una ricerca artistica in comune, ognuno di noi segue ricerche artistiche autonome che, nella loro diversità, trovano comunque dei punti di tangenza.
GZ: Da quando avete deciso di lavorare nello stesso spazio è cambiato qualcosa nel vostro processo creativo?
C48: Sicuramente condividere lo stesso spazio porta a dei cambiamenti consci o inconsci che siano. Partendo dalla parola “condivisione” che vuol dire ripartire insieme con altri, viene da sè che possano nascere degli input comuni che vengono poi elaborati e trasformati in forme diverse e soggettive.
GZ: Avete scelto uno spazio nella periferia di Roma. A cosa si deve questa scelta? Qual è il vostro rapporto con Roma?
C48: La ricerca del posto nasce dal tentativo di trovare un punto di incontro tra tutti, poiché ognuno di noi vive in luoghi differenti. Alcuni si trovano a Roma, altri invece vengono da Guidonia, Colleferro e Pomezia. Oltre a questo, la scelta di uno spazio in periferia è stata consapevole, per la possibilità di riqualificare e dare una voce nuova a questi luoghi.
GZ: Cosa manca secondo voi alla comunità artistica?
C48: Partendo dal presupposto che molti artisti hanno sentito l’esigenza di creare degli spazi indipendenti per poter realizzare un percorso, forse potrebbe esserci un maggiore supporto e sostegno verso di essi, come ad esempio la messa a disposizione di luoghi in cui lavorare, finanziamenti per i materiali o l’incremento del numero di bandi, per consentire agli artisti di portare avanti le proprie ricerche. Possiamo dire però che si sta muovendo qualcosa, come ad esempio la mostra “Materia Nova” alla Galleria d’Arte Moderna di Roma alla quale stiamo partecipando, che ha messo in luce gli spazi indipendenti e le loro realtà, e ha permesso ad artisti giovani di confrontarsi con le dinamiche museali, fatto non particolarmente scontato.
GZ: Avete partecipato alla GAM a Roma. Quest’esperienza vi ha messo in contatto con gran parte degli spazi indipendenti romani. Quali connessioni avete stretto con questi ultimi?
C48: Sicuramente la mostra “Materia Nova” alla Galleria d’Arte Moderna di Roma è stata un’occasione per incrementare ed approfondire i rapporti già creatisi con i diversi spazi indipendenti, rafforzando il desiderio e l’entusiasmo di farsi sentire e di muoversi insieme, collaborando all’interno della comunità artistica.
GZ: Come organizzate l’allestimento? Qual è il vostro rapporto con il curatore?
C48: L’allestimento viene pensato e organizzato insieme al curatore Riccardo Paris a seguito di confronti e scambi che vengono poi messi in discussione e rielaborati anche durante l’allestimento stesso. Oltre al rapporto professionale vi è una forte amicizia che lega tutti i membri dello spazio. In ogni circostanza e per qualsiasi motivo, il curatore è sempre disponibile a parlare per confrontarsi e trovare possibili chiavi di lettura.